lunedì 24 febbraio 2014

Le svariate forme di disagio a Sanremo 2014

La settimana di fuoco si è conclusa, e noi possiamo finalmente tornare a ignorare rai uno per i prossimi 12 mesi (a meno che Sandro Mayer non torni a Ballando con le stelle, ovvio). Ne abbiamo viste di tutti i colori: tentati suicidi sinceri e autentici come le labbra di Loredana Lecciso; sipari che non si alzavano; un gay pride sul palco in occasione dell'esibizione di Raffaella Carrà; microfoni che si spegnevano quando non avrebbero dovuto (vedi Noemi quando ha presentato la canzone per la primissima volta o Renzo Rubino durante la finale) e microfoni che non si sono spenti quando avrebbero dovuto (vedi le tre ore di concerto tenuto da Baglioni, insostenibbbile!); Letizia Casta, vestita come un lampadario di Versailles, con il rossetto sui denti, di scorta, come le vecchie un po' navigate; pubblicità che in maniera ossessiva ci ricordavano che la cellulite è una malattia (chissà se la possiamo usare come scusa per non andare a lavoro: camperemmo di rendita).
Tra il pubblico campeggiavano molte persone scongelate apposta per l'occasione, come Rosanna Cancellieri (ve lo confermiamo: è viva e lotta insieme a noi), Massimo Giletti (al quale consigliamo vivamente di tornare a tingersi i capelli) e Giorgia Surina in giuria (che l'ultima volta che le hanno chiesto un parere musicale era quando presentava TRL). Noi ovviamente abbiamo adorato alla follia la Raffa nazionale, e anche se il playback era fin troppo sgamabile, abbiamo ballato come delle pazze "Fatalità" e "Rumore", come se fossero ancora gli anni '80. Top.


Ma ora è arrivato il momento di dare un breve giudizio ad ogni artista esibitosi sul palco sanremese. Così, perché ci sentiamo fighe e toniche.
Non parleremo dei giovani perché, essendo dei poracci sconosciuti, non meritano la nostra attenzione, ma vi indichiamo giusto la latente omosessualità di Diodato che cantava "Babilonia" e la figaccine del figlio di Ivan Graziani, un soggettino che nun se butta via. Per i BIG, partiamo dal basso della classifica.

Riccardo Sinigallia è stato eliminato perché la sua canzone non era inedita, qualcuno gli ha fatto la soffiata e lo ha sputtanato.
Vincitore del premio "Poraccio dell'anno"

Ron, anche lui sbrinato e rinfrescato di pacca, è arrivato ultimo con una canzone dal titolo originalissimo: "Sing in the rain". Tinta di capelli copiata a Paolo Limiti ai tempi d'oro. E abbiamo detto tutto.
Vincitore del premio "Adolescente sessantenne"

Antonella Ruggiero, pettinata come la gattara dei Simpson, ha presentato una lagna unica, anzi due, che però, a quanto pare, hanno riscosso pareri positivi da parte del pope di Costantinopoli; non abbiamo notizie sul Dalai Lama perché in Tibet non arriva l'eurovisione, ma siamo certi che apprezzerebbe. 
Vincitrice del premio "Comunicazione con i delfini"

Giuliano Palma ha cantato un remix dei suoi successi precedenti spacciandoli per inediti. Una meraviglia il suo terzultimo posto, contro ogni pronostico, anche il più ottimista.
Vincitore del premio "L'asta del microfono è fatta per stare dritta"


Francesco Sarcina, il cantante delle vibrazioni (lo sappiamo ,vi eravate dimenticati della loro esistenza) ha urlato note a caso, con gli orecchini da pirata e e l'aspirazione (poco promettente, purtroppo) di diventare DILF con gli anni che avanzano.
Vincitore del premio "Non so perché sto qui, ma me c'hanno mannato"

Giusy Ferreri è ancora convinta di essere una cantante di successo e continua imperterrita a presentarsi a Sanremo con canzoni di dubbio gusto, per scongiurare il terrore di essere richiamata alla cassa 3 dell'Esselunga. Tacchi ogni sera più alti, sperando di far decollare se non la sua carriera, almeno il suo fisico (e vabbé che Lady Gaga con i tacchi assurdi ci ha fatto i soldi, ma amica, fidati: bisogna saperli portare) e un agghiacciante side-cut che fa tanto 2011. Look bocciato, canzone non classificata.
Vincitrice del premio "Crederci sempre, arrendersi mai"

Frankie Hi-NRG non si è reso conto di aver partecipato. Un minuto di silenzio.
Vincitore del premio "Peccato, c'avevi 'na carriera tanto bella"

Cristiano de André ha voluto fare l'alternativo con una canzone senza senso, bocciata in tronco, ed è arrivato settimo con una canzone con ancor meno senso. Rovistasse tra i cassetti del padre, troverebbe qualcosa di meglio. Apprezziamo il coraggio. Perché ce ne voleva parecchio.
Vincitore del premio "Pantène protagonist"

Perturbazione quest'anno ha fatto rima con rivelazione. Tanto carucci. Una donna con cinque uomini: ed è subito gang bang.
Vincitori del premio "W le quote rosa"

Noemi: parliamone. Doveva essere la vincitrice annunciata, ed è arrivata quinta. Doveva essere la punta di qualità, ed ha portato una canzone un po' insulsa. Doveva essere quella stilosa, e si è vestita di origami. Un momento di raccoglimento morale per la sua acconciatura: se quella di Giusy Ferreri andava di moda tre anni fa, quella di Noemi non lo è mai stata. Sirenetta molto lesbo e poco chic con accenti sadomaso.
Vincitrice del premio "Riprovace co' The Voice"

Francesco Renga è stato il grande trombato del Festival. Primo per tutta la settimana nella classifica provvisoria, poi fuori dal podio. Una figura di merda paragonabile a Britney che giura di cantare sempre dal vivo.
Vincitore del premio "La prossima volta che stai primo, toccati i coglioni"

Rafael Gualazzi feat The Bloody Beetroots è stata un'esibizione da apprezzare, perché uno si è vestito da Spiderman (e dal poco che si vede della faccia, sembra anche figo, ma queste sono mere supposizioni) mentre l'altro si è comunque recato sul palco nonostante le emorroidi: si vedeva dalle facce di dolore che faceva mentre cantava. Viva la professionalità, the show must go on.
Vincitori del premio "Totò & Peppino"

Renzo Rubino, colui che l'anno scorso nella sua "Amami uomo" si faceva apparecchiare, quest'anno ha abbandonato le tematiche omoerotiche e ha strimpellato una canzonetta piacevole e orecchiabile, sfoggiando completini dai colori sgargianti, facendoci intuire che ultimamente lo hanno apparecchiato in molti. Bravo Rubino. Ma la prossima volta levati l'anello al mignolo che fa pappone.
Vincitore del premio "Migliori orgasmi multipli delle coriste"

Arisa, la magnifica, che ha meritato questo podio, nonostante la canzone non sia delle sue migliori, ma comunque bravissima. I capelli ogni edizione più corti, la prossima arriverà pelata ma con le tette ancor più di fuori. Il suo rossetto era rosso all'inizio della finale, rosa chiaro quando ha ritirato il premio: dov'è Clio quando serve??
Vincitrice del premio "disagio da prima classificata"

In sostanza, un festival poco trash, poco fluido, con canzoni poco belle, ma da seguire comunque: perché Sanremo è Sanremo.

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